Report dal 13th Interlending & Document Supply Conference Beijing, China (16 – 18 October 2013)
http://ilds2013.calis.edu.cn/?page_id=16
SESSIONE DEL 16 OTTOBRE – POMERIGGIO
Le due sessioni del pomeriggio sono presiedute da Clare Mc Keigan, di Relais International, e sono dedicate all’ILL internazionale e alle questioni di copyright.
Il primo intervento è di Kenneth Kinslow, e tratta in maniera divertente una casistica di problemi che si incontrano quando si deve ricorrere all’ILL presso altre nazioni. Kenneth fornisce anche link molto utili per reperire risorse cinesi e giapponesi. Il titolo dell’intervento è “International Interlibrary Loan: the Good, the Bad, and the Ugly” (Full-text: http://ilds2013.calis.edu.cn/wp-content/uploads/2013/10/Kinslow-Intl-ILL.pdf)
Grazie a discovery tool “globali”, come WorldCat, il Karlsruhe Virtual Catalogue e Google, è diventato facile conoscere chi ha cosa al di fuori dei propri confini. Tuttavia, non è altrettanto facile capire quali sono le policy applicate da ogni biblioteca e come è possibile richiedergli i materiali. Il caso “facile” è quando la biblioteca fornitrice potenziale è in OCLC: la richiesta si inoltra attraverso l’interfaccia di OCLC e si può utilizzare il sistema di pagamento che OCLC mette a disposizione: IFM – ILL fee management. I vantaggi di WorldCat comunque sono che sempre più biblioteche fanno parte di WorldCat, in Danimarca, Germania, Sud Africa, Australia, Cina e Giappone.
Quando si deve chiedere un documento a una biblioteca che non è in OCLC, allora si deve ricorrere alle informazioni che sono presenti nei siti web. Kenneth presenta tre casi: Biblioteca nazionale spagnola, russa e francese. Mentre le prime due hanno siti web facili da usare e si arriva facilmente alle policy di fornitura e al form di richiesta, diverso è il caso della Biblioteca nazionale di Francia, che ha un sito che ingenera confusione e rende piuttosto complicato la richiesta di qualsiasi materiale.
In alcuni casi si può ricorrere a degli intermediari, per esempio quando non si conosce la biblioteca in grado di fornire. Nel caso di materiale cinese, un esempio è l’East Asian Gateway of the University of Pittsburgh: http://www.library.pitt.edu/eal-gateway-service
Per materiale giapponese, c’è il Join the Global ILL Framework (GIF) consortium http://guides.nccjapan.org/content.php?pid=190477&sid=1601139 e per trovare libri e articoli c’è anche il catalogo CINII: http://ci.nii.ac.jp/
Molto più problematico diventa quando la biblioteca non ha alcuna informazione sulle sue pagine web (fa l’esempio della biblioteca nazionale del Messico e del Venezuela).
In conclusione, la visione di Kenneth è che tutti dovrebbero entrare in OCLC e questo renderebbe la vita più facile.
-----
Il secondo intervento è di Jing’An Feng, della National Library of China (NLC). Propone un nuovo modello per migliorare il Prestito internazionale nella NLC. (Full-text: http://ilds2013.calis.edu.cn/wp-content/uploads/2013/10/A-Scheme-to-Improve-the-International-Inter-library-Loan-Service-in-the-National-Library-of-China-Jingan-Feng_20130927.pdf)
La NLC è la più grande biblioteca asiatica. L’ILL internazionale vi viene effettuato da 50 anni… La NLC fa da centro per l’ILL internazionale per tutta la Cina, in tutte e due le direzioni: fa da collettore verso l’estero delle richieste ILL che provengono da tutte le istituzioni cinesi, e viceversa, nel caso di richieste ILL provenienti da biblioteche estere, se non possiede il materiale, provvede a reperirlo presso le altre istituzioni cinesi che lo posseggono. Ha relazioni di collaborazione e partenariato con 557 biblioteche cinesi per lo scambio di documenti.
La NLC ha riversato il proprio posseduto in OCLC, ed è partner di Subito. Fornisce quindi il materiale che le viene richiesto dall’estero attraverso OCLC, Subito, ma anche attraverso il proprio sistema di automazione ILDDS, che usa lo standard ISO-ILL. Accetta anche richieste con mezzi tradizionali: fax e e-mail.
Soddisfa circa 2.500 richieste di ILL internazionale all’anno, con tasso di successo dell’85%.
Jing rileva però alcune problematiche, per le quali propone soluzioni. Il sistema ILDDS non è in grado di comunicare coi sistemi delle maggiori biblioteche estere (per la richiesta). Il form di copyright , che ogni utente deve firmare, necessita di essere completato e anche semplificato. Anche il sistema di pagamento deve essere reso più flessibile per l’utenza interna.
Jing propone: l’aggiornamento del software ILDDS; la creazione di una alleanza per l’ILL in Cina, che abbia come scopo la creazione di un catalogo nazionale; l’adozione di una nuova policy di copyright, che per prima cosa rafforzi negli utenti la consapevolezza delle norme di protezione intellettuale, come secondo punto crei un regolamento chiaro nel quale siano ben specificati e compresibili agli utenti gli accordi, le dichiarazioni da rendere, lo stesso form che l’utente deve compilare e firmare,nonché il pagamento dovuto, nell’ambito della protezione del copyright, come terzo punto, prenda esempio da biblioteche famose nel mondo come British Library e OCLC, nelle quali queste pratiche sono ben stabilite.
In ultimo, il sistema ILDDS deve implementare misure per la trasmissione elettronica sicura dei documenti, per meglio proteggere il copyright. Jing propone anche una nuova policy per i pagamenti basata su criteri di semplicità e capacità di accettare qualunque tipo di pagamento secondo la preferenza delle biblioteche richiedenti, ma anche suggerisce che la NLC inizi a stabilire accordi di reciprocità con le più importanti biblioteche all’estero, in cui si chieda solo il pagamento per i costi di spedizione.
Conclude dando una panoramica delle sfide che deve affrontare una grande biblioteca oggi: la necessità di creare una piattaforma ILL che integri funzioni di ricerca e discovery, fruibile dagli utenti finali anche attraverso dispositivi mobili; la capacità di poter fornire agli utenti un vastissimo spettro di risorse, non necessariamente facenti parte della propria collezione; in sostanza, il passaggio dal document delivery tradizionale al “knowledge delivery”.
----
Altro interessantissimo intervento del pomeriggio è di Ms. Hu Fang & Mr.Jiang Hangsheng della Capital Normal University Library (CNUL) di Pechino, sull’impatto dell’Open Access nel servizio DD delle biblioteche universitarie. (Full-text: http://ilds2013.calis.edu.cn/wp-content/uploads/2013/10/Hu-Jiang-OA.pdf)
Alcuni dati attuali: DOAJ conta 9,000 periodici OA peer-reviewed, OpenDOAR 2,200 repositories OA. Lo scenario in Cina: il Presidente dell’Accademia delle Scienze ha firmato la Berlin Declaration nel 2003.
L’Associazione cinese per la scienza e la tecnologia pubblica 308 riviste OA (il 29,3% di tutte le sue pubblicazioni). I repository: Qiji.cn (temporaneamente chiuso), Sciencepaper Online (http://www.paper.edu.cn/en) del Ministero dell’educazione, 33 repository OA in OpenDOAR.
La CNUL effettua il servizio DD per gli utenti. Inizialmente era solamente richiedente, poi con l’ingresso nel sistema informativo delle biblioteche universitarie di Pechino (BALIS, Beijing Academic Library and Information System) è diventata anche fornitore. Gli autori hanno analizzato i dati delle richieste DD degli ultimi 5 anni e non hanno rilevato alcuna flessione negativa significativa, anzi, ritengono che l’OA sia una straordinaria risorsa per il servizio DD, e hanno integrato la ricerca nei repository OA nel flusso lavorativo delle richieste provenienti dai loro utenti (prima cercano nel catalogo delle risorse elettroniche, poi in internet tra le risorse gratuite, infine nel catalogo delle risorse cartacee).
Dal 2013 CNUL è entrata a far parte di CALIS (Coalition Academic Libraries and Information System). Nel 2013 hanno condotto un sondaggio rivolto ai loro utenti, i cui risultati hanno fatto loro capire, da un lato, che devono investire risorse nel far conoscere l’OA agli utenti, che sono molto interessati, e che la Library deve promuovere l’OA attraverso il sito web, seminari mirati, depliant, e integrando le risose OA nell’OPAC; dall’altro lato, che il servizio DD deve essere integrato con gli altri servizi avanzati, come gli ambienti di apprendimento virtuale, i servizi che vengono offerti attraverso interfacce di ricerca anche per dispositivi mobile, e in servizi di ricerca disciplinare (questi servizi disciplinari non ben specificati, da approfondire nel loro paper). Concludono affermando che il servizio DD deve essere esteso in modo tale da integrare e organizzare anche le risorse OA e che è essenziale lavorare duramente per poter fornire agli utenti tutto ciò di cui hanno bisogno o di cui potrebbero aver bisogno.
(continua...)
Nessun commento:
Posta un commento