2 giorni
36 paesi
69 interventi
370 delegati
Bastano questi numeri a decretare il successo dell’OCLC EMEA Regional Council Meeting 2015 che quest’anno si è tenuto per la prima volta in Italia, nella splendida cornice di Villa Vittoria a Firenze.
Quel che più conta è che non sia stato solo un successo di affluenza ma anche un successo di contenuti, confronti e innovazione: The art of invention è stato per l’appunto il titolo d’insieme dell’evento.
Due giorni a stretto contatto con realtà di tutto il mondo (non fatevi ingannare dal termine “Regional”) per capire dove siamo e dove stiamo andando. Tutti insieme.
Perché è questo ciò che è prepotentemente emerso dallo scambio di battute al termine degli interventi, ma anche durante le pause caffè e nel corso dei pranzi in piedi(!) tra equilibrismi di piatti, bicchieri e cartelle di appunti: nessuno si salva da solo.
In un mondo di informazioni prodotte, distrutte o riciclate a velocità frenetiche e in cui gli specialisti faticano a stare al passo, la collaborazione e la condivisione sono elementi che tutti i presenti hanno perfettamente riconosciuto come indispensabili.
Ma quali i mezzi per affrontare questa sfida?
Non serve scomodare colossi come WorldCat o WorldShare, che pure erano una costante dell’evento, per capire che le parole di David Weinberger (Harvard University) sono illuminanti: “Un’informazione non ha senso se non è collegata”.
Ciò che conta più di tutto è la Rete.
Non solo il Web in quanto tale ma l’insieme di connessioni tra contenitori che permettano di collegare dati (ciò che cerchiamo) e metadati (ciò che conosciamo).
Partecipare a questa rivoluzione è il compito del bibliotecario di domani che, per dirla con le parole di Skip Prichard (President e CEO OCLC), “Trova la propria ispirazione fuori dal proprio ambiente”, quindi nel confrontarsi con i propri colleghi e con i propri utenti.
E il cerchio si chiude…
Tutto facile quindi? Nemmeno per idea!
A riportarci con i piedi per terra ci hanno pensato James Neal (Columbia University) e Lucie Burgess (Oxford University): sessanta minuti con tutti i problemi della conservazione del documento digitale e tutte le domande che non avreste mai osato fare sulla sua gestione… senza però fornire una sola risposta!
Non si tratta di sottile perfidia: un’idea definitiva sul destino del dato digitale ancora non esiste e siamo chiamati noi professionisti a decidere quale sia, non solo con risposte ma anche con proposte e innovazioni.
Un po’ come ha saputo fare Lizzy Jongma (Data manager, Rikksmuseum), che nella gestione delle collezioni di opere d’arte e nella loro diffusione attraverso canali quali Wikipedia ha scoperto che la concessione gratuita di un’immagine vale più di qualsiasi pubblicità.
E gli italiani?
I nostri colori sono stati difesi con competenza e simpatia da Pierluigi Ledda (Ricordi), Andrea Fabbrizzi (Università di Firenze), Simona Turbanti (Università di Pisa), Fiorenza Bernardi (Biblioteca Ilaria Alpi) e Andrea Zanni (Wikimedia), che si sono misurati sul tema dell’innovazione con interventi dai tempi drasticamente ridotti: 5 minuti a disposizione e nessuno sconto!
Dalla digitalizzazione degli archivi musicali alla gestione della segnaletica CDD nelle università all’interazione tra biblioteconomia e Wikimedia, i “nostri” sono riusciti a sopraffare il cronometro e a dimostrare che le buone idee non sono sempre terra straniera.
E non vogliamo tacere di Francesco Bonami (Direttore Artistico della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino), che ha saputo valorizzare il mondo reale, talvolta bistrattato ingiustamente, con un’esposizione brillante e irriverente, interrotta più volte da risate e applausi.
Un evento unico.
Una folla di professionisti alla ricerca del confronto.
Un’atmosfera collaborativa e costruttiva nella città culla del Rinascimento.
Sarà dura fare di meglio per Madrid, che ospiterà l’OCLC EMEA Regional Council 2016… io ci sarò per verificare.
Fabrizio Muiesan